Dalla lontana Siberia, dove proviene, abituato al clima gelido che consentiva solo una vita essenziale, gestito da un popolo, i Samoiedi, appunto, gente dal carattere mite che non ha mai conosciuto le guerre, questa razza ci è stata tramandata integra nella morfologia e limpida nel carattere. Nessun incrocio con altre razze, nessun condizionamento umano che non fosse mirato all’utilità del lavoro. Conosciuto principalmente come “cane da slitta”, il Samoiedo svolgeva in realtà un compito assai piacevole presso questa tribù siberiana: faceva compagnia ai bambini all’interno delle chums, le caratteristiche tende,
simili ai tepee degli indiani d’America, fatte con pelle di renna. Durante la lunga notte polare, li riscaldava e giocava con loro: unica razza da slitta a godere di questo privilegio.
Importato a fine Ottocento, prima in Inghilterra e poi in America, incontrò subito il favore della gente per questo suo carattere mite e gioioso e per il suo aspetto affascinante dovuto al mantello bianco, folto e lungo, e per quelle labbra all’insù che generano un “sorriso”, accomunato dalla leggenda allo spirito del Natale e divenuto simbolo stesso della razza.
Il Samoiedo moderno, quello che la selezione ha prodotto, ha mantenuto un carattere mite e gioioso. Per questo motivo, non è un cane da guardia. Ovvero, non ha mai sviluppato il concetto di “persona estranea”, peraltro difficile da realizzare nella tundra desolata dove gli estranei non esistevano. In presenza di sconosciuti che si avvicinano alla sua proprietà, certamente abbaierà per segnalare, ma non mostrerà nessun segno di aggressività, dato che la sua mira è farsi coccolare. Tuttavia, nel tempo, anche il carattere del Samoiedo ha subito modificazioni. Come per moltissime altre razze, la timidezza ha fatto la sua comparsa, in maniera più o meno accentuata.
L’opera di socializzazione del cucciolo all’ambiente urbano è indispensabile affinché possa prendere confidenza con rumori e odori a lui sconosciuti. Il tutto deve essere fatto per gradi, serenamente, usando metodi gentili ed atteggiamento coerente. Il Samoiedo è un cane sensibile che possiede una sua dignità. Ama vivere in famiglia, condividere il più possibile l’andamento della vita quotidiana ma non sopporta di essere sopraffatto dalle attenzioni. Non possiede un’intelligenza spiccatamente ubbiditiva e ripetitiva, pertanto, non ama fare sempre gli stessi esercizi (vedi, agility).
Possiede un’intelligenza essenziale, è un ottimo osservatore in grado di sorprendervi con la risoluzione di compiti che nessuno gli aveva fatto apprendere. Per lo stesso motivo, non legherà mai con un padrone incoerente, disordinato negli affetti e instabile nelle interazioni quotidiane.
Impiegato in pet therapy, darà il meglio di sé dato che si prenderà cura delle persone disabili, dei bambini e degli anziani in maniera equilibrata, gentile e mirata a seconda delle situazioni… senza che nessuno glielo abbia insegnato. Accudisce le persone in maniera istintiva, come fosse una necessità, un compito che gli viene da lontano, da terre fredde e inospitali abitate da persone dal cuore grande, prive di aggressività. Persone che hanno sempre vissuto in pace.
Il Samoiedo possiede due tipi di mantello: sottopelo lanoso e pelo di copertura lungo, duro al tatto, brillante e sparato verso l’esterno. Generalmente, non fa nodi, anche se durante la crescita è opportuno controllare l’attaccatura esterna delle orecchie dove il pelo, essendo ancora lanoso, potrebbe annodarsi. È utile spazzolarlo una volta a settimana, utilizzando il cardatore ma facendo attenzione alle parti prive di sottopelo come le zampe. Per mantenerlo candido, si consiglia di lavarlo con shampoo apposito, senza esagerare, poiché i continui bagni favoriscono la muta del mantello.
Ci sono altri sistemi per pulirlo, come l’impiego di borotalco (non danneggia né la pelle né il mantello): si spruzza acqua sul mantello utilizzando un vaporizzatore, si spruzza il borotalco, si friziona con una salvietta di spugna, si spazzola e per ultimo un colpo di phon. Sconsigliato l’uso di shampoo secco. Durante la muta (una o due volte l’anno), spazzolarlo tutti i giorni poiché il sottopelo “morto”, appoggiato sulla cute la potrebbe surriscaldare e causare fastidiosi dermatiti che possono essere generate anche dall’umidità o da una cattiva alimentazione. Un mantello ben curato lo proteggerà dal sole e dagli insetti, pertanto, evitare in maniera assoluta di tosarlo anche durante l’estate.
Renata Fossati
Allevatore - Giudice ENCI/FCI
All.to del Corno Bianco www.fossatirenata.it