Giorgio Navarra, intestatario dell'affisso Poggio al Vento, ci racconta le caratteristiche di questa particolare razza francese, poco conosciuta ma molto apprezzata nel suo Paese d'origine: la Francia.
Allevo Pastori della Piccardia dal 2000. Amo, studio e seleziono questa antica razza per l’adattabilità e soprattutto per la rusticità. Qualità di solito sottovalutate ma che ritengo debbano essere considerate in modo più ampio, in relazione alle mutate esigenze ed ai relativi impieghi. Rusticità come pregio morfologico, poiché il caratteristico mantello tiene al riparo il Picard dalle escursioni termiche quindi adattabile e protetto a temperature molto basse. Ciò nondimeno non richiede alcuna toelettatura, a eccezione di qualche regolare spazzolata del pelo morto, per renderlo compatibile con l’ambiente domestico o in ogni caso abituarlo alle cure del proprietario.
Nel regolamento dell’annuale Nazionale d’Allevamento francese ci viene posto il divieto di lavare il cane nelle settimane che precedono il giudizio affinché possa esserne opportunamente valutata consistenza e tessitura del pelo. Rusticità poi come integrità di una razza che non è andata soggetta ad artifici che ne avrebbero potuto snaturare l’ottimo bagaglio di pregi. È forse per questo motivo che oggi pochi intenditori ne apprezzano le qualità funzionali. Per farla breve, l’affidabile cane da pastore di una volta, con coda integra e orecchie naturalmente erette, ottimo guardiano, grandi mezzi fisici, difensore dei bambini!
Attualità ancora per via della sua particolare conformazione fisica. Lo stravagante griffonage, un musetto simpatico e impertinente che lo rendono pieno di charme. Le articolazioni del polso molto più angolate della media consentono al Picard brusche frenate, rapidi cambi di passo o di direzione, imprevedibili salti e accelerazioni. Tutto a favore delle attività che oggi sono sportive piuttosto che dettate dalla necessità, dallo sheepdog all’utilità e difesa, dall’agility fino all’obedience. Gli scarni numeri demografici del Picard non hanno permesso che fosse più di tanto snaturato dal narcisismo umano.
Abbiamo un cane cresciuto in una delle regioni più impervie della Francia, Picardie e Pas de Calais. Originariamente impiegato nella conduzione di bovini e grossi ovini dalle masserie al mattatoio da personaggi molto gretti e con modi che oggi non definiremmo certo gentili, dovevano essere cani molto risoluti, scaltri, pervicaci e coraggiosi, reattivi sotto la pioggia, nel fango, al freddo. Anche l’ambiente povero ha operato una selezione che oggi ci consegna un cane molto coraggioso ed atletico, parco nell’alimentazione, di ottima salute.
Ovviamente valgono le solite buone regole d’allevamento circa il controllo dei riproduttori per scongiurare pericoli legati alle patologie osteoscheletriche e oculari cui sono esposti, come tutti i cani, e ai cosiddetti fattori ambientali. Così, questo lupoide che alcuni, come l’insigne cinologo Megnin, ci hanno riferito sia arrivato in Europa addirittura con i Celti è stato impiegato nelle due guerre mondiali dall’Esercito e dalla Gendarmerie francese come cane staffetta o cane messaggero per le sue capacità mimetiche con la conseguenza di determinarne quasi l’estinzione.
Giorgio Navarra