Articolo redatto da Rosa Galluccio, allevatrice di Siberian Husky e Akita Americano con affisso Kalayaan http://www.kalayaan.it/
Popolo di gente indomita e fiera che dal ‘500 e per circa duecento anni, si ribellò alla tirannia dello Zar di Russia, ottenendo finalmente nel 1837 la propria indipendenza anche grazie all’aiuto dei loro cani. Questo popolo di irriducibili è il popolo che ha dato i natali al Siberian Husky. Allevato in purezza da queste tribù, divenne per loro indispensabile per muoversi attraverso i ghiacci, trasportando pesi leggeri su lunghe distanze. Questi cani dovevano essere docili e resistenti e dovevano provare piacere nel trainare le slitte… dovevano possedere il cosiddetto “desire to run”. Cani che non possedevano queste caratteristiche, venivano soppressi. Fu proprio nel primo trentennio dell’800 che questi super-cani iniziarono ad essere conosciuti ed utilizzati come cani da slitta in altre parti della Siberia.
Con l’avvento della corsa all’oro, delle prime spedizioni e degli scambi commerciali (soprattutto per il commercio di pellicce) tra Alaska e Siberia, il Siberian Husky, inizia a divenire sempre più famoso. Una delle spedizioni che ha contribuito all’incremento della sua notorietà è stata la spedizione “Operation Highjump”, guidata dall’ammiraglio della marina americana Richard E. Byrd.
Ma a rendere famoso il Siberian Husky, più delle spedizioni e del commercio di pellicce è stata la famosissima "Serum Run" (corsa al siero), evento storico, che ha ispirato registi per i noti fil e cartoni animati su “Balto”.
Era il 1925, quando la cittadina di Nome in Alaska fu devastata dalla difterite, tossina che attaccò gli abitanti di quella città e soprattutto i bambini, i quali purtroppo in mancanza di un siero anti-tossina, erano destinati a morire.
Nome era situata in un luogo dove attraverso i ghiacci e le tempeste di neve, i più comuni mezzi umani non potevano arrivare. Per fermare la propagazione della tossina era necessario che il siero per combatterla, arrivasse quanto prima, dalla più vicina città di Anchorage passando per la città di Nenana. Fu così che l’arduo compito di trasportare il siero da Nenana a Nome, fu affidato ad una muta di piccoli cani (chiamati comunemente piccoli topi siberiani), allevati dal famoso musher Leonard Seppala ed affidati alla guida di Gunnar Kasson. Il 2 febbraio del 1925 Kasson, utilizzando due mute di cani, riuscì a portare a termine la difficile missione, consegnando il siero alla popolazione di Nome e facendo si che molte vite si salvassero. Da allora ogni anno, per ricordare quell’evento, viene indetta la famosissima “All Alaska Sweepstakes”, che percorre appunto il tragitto che va da Anchorage a Nome.
Reso famoso da questa intrepida avventura, fu il leader della muta di Seppala “Balto”, alla cui memoria nel Central Park a New York fu eretto un monumento (ancora oggi meta di molti turisti) a suo nome con una targa che citava testuali parole : "Dedicata all’indomabile spirito dei cani da slitta che trasportarono sul ghiaccio accidentato, attraverso acque pericolose e tormente artiche l’antitossina per seicento miglia da Nenana per il sollievo della ferita Nome nell’inverno del 1925. RESISTENZA – FEDELTA’ – INTELLIGENZA". La cosa più curiosa di questa fantastica ma reale avventura è che tutti gli onori furono dati a Balto, leader della muta di Seppala. Che in realtà corse solo le ultime miglia fino a Nome, perché il vero eroe della storia fu invece un altro cane : "Togo"! Il quale fece il grosso dell’impervio percorso, per poi essere sostituito nelle ultime miglia. A tal proposito, solo di recente a questo straordinario Siberian Husky è stato dedicato un film che porta il suo stesso nome.