Chi di voi non ha mai sentito parlare dell'Iditarod, della corsa del siero, del grandissimo Leonhard Seppala? Se avete ancora dei dubbi su cosa stia parlando, è ora di inserire un nome… Balto! Sicuramente molti di voi avranno visto il film d'animazione prodotto da Steven Spielberg che ripercorre la storia vera di una muta di Siberian Husky che percorse quasi 1900 km tra Anchorage e Nome per salvare decine di vite umane portando con se antitossine per la difterite. Ancora oggi dal 1974 si corre l'Iditarod, un’ estenuante corsa di cani da slitta, che ripercorre lo stesso tragitto della muta di Balto.
Prima di entrare nelle particolarità tecniche della struttura morfologica e specificatamente del movimento del Siberian Husky oggi, ho ritenuto necessario fare questa sorta di introduzione storica per capire meglio di cosa stiamo parlando e come inquadrare in un largo contesto canino questa meravigliosa razza. Parliamo di cani che nel corso della storia hanno avuto una loro funzione, fondamentale nei territori artici, e che oggi noi allevatori non dobbiamo dimenticare. Funzioni che possono essere riassunte in poche parole: Endurance, Fidelity, Intelligence. (resistenza, fedeltà e intelligenza).
Proprio sulla parola resistenza bisogna collegarsi per cominciare a descrivere il movimento del Siberian Husky.
Movimento:
lo Standard riporta: “il suo movimento caratteristico è scorrevole ed apparentemente senza sforzo. E’ in grado di svolgere ottimamente la sua funzione di cane da slitta trainando per lunghe distanze un carico leggero a velocità moderata. Le proporzioni e la forma del suo corpo riflettono questo basilare equilibrio di forza, velocità e resistenza”. Per giudicare correttamente il movimento si osserva principalmente l'anteriore, il posteriore e l'andamento laterale. Il movimento laterale è il modo migliore per cogliere l'ampiezza della falcata e la spinta del posteriore, osservando il Siberian Husky lateralmente bisogna considerare subito la scioltezza nel partire e l'allungo delle zampe, che deve essere poderoso ma nel momento del contatto col suolo non deve perdere di leggerezza. Ovviamente tutte queste caratteristiche sono rese possibili da una linea dorsale solida.
Gli arti posteriori sono i propulsori del movimento, nella spinta devono coprire quanto più terreno possibile consentendo un buon allungo dell'anteriore e la potenza necessaria per il traino. Quanto debba essere forte questa spinta è di difficile valutazione, per svolgere il proprio compito, una buona spinta vuol dire proprio coprire quanto più terreno possibile per evitare di disperdere energia inutile.
Oggi in esposizione, per motivi puramente scenici, vengono prediletti cani che allungano più del dovuto dando quindi l'impressione di una buona spinta, che c'è ma che non è utile. Il movimento del Siberian si realizza propriamente nel cosiddetto single-track.
Single-track
Quando la velocità aumenta, gli arti gradualmente s’inclinano fino a che le impronte cadono sulla linea dell’asse longitudinale del corpo (Standard) realizzando cosi quel movimento definito single-track. Affinché i piedi convergano lungo l'asse longitudinale del corpo ottenendo cosi che ogni arto posteriore si ponga sull'orma dell'arto anteriore sullo stesso lato, il posteriore visto da dietro deve formare una V, più o meno larga a seconda della velocità con cui il cane trotta.
Questo andamento a V consente ai garretti di rimanere paralleli pur avvicinandosi evitando cosi il contatto che risulterebbe anti economico. Bisogna considerare che specialmente in questa razza per raggiungere il single track c'è bisogno di ring di buone dimensioni senza ostacoli, spesse volte capita di vedere che cani ben angolati vengano giudicati larghi o stretti nel posteriore (a seconda dei casi) senza consentire al cane di realizzare pienamente il single-track.
Raffaele Simone
Allevatore
All.to Contea Normanna www.conteanormanna.com