Articolo a cura di Miriam Nurra, allevatore e intestatario dell'affisso riconosciuto ENCI FCI Alaskan Rock e Master Allevatore ENCI/ANMVI 2019/2020
Ovviamente questo è un punto fondamentale perché purtroppo, come in molte altre pratiche, il conseguimento di un titolo è importante ma non è garanzia assoluta di serietà e competenza. Prendetevi il tempo di andare a visitare qualche centro, parlate con la persona che seguirà il vostro cane e chiedete che tipo di percorso può proporvi. Le persone interessate al cane e al suo bene non esiteranno a farvi domande sul cucciolo, sull’allevamento o famiglia di origine e avranno anche magari tempo di rispolverare specifiche della razza se non hanno trattato Malamute di recente.
Prediligete programmi che danno molto valore al gioco e allo scambio di risorse e di emozioni col cane, con regole chiare e che abbiano una cospicua parte pratica. Diffidate e allontanatevi dalle persone che considerano i Malamute difficili, non addestrabili e aggressivi, ma anche da quelli che vi prospetteranno tutto come una passeggiata sui petali di rosa, le rose hanno le spine e l’onestà di ammetterlo è già un buon biglietto da visita. Di norma l’educatore segue una scuola di pensiero che ha dei cardini e delle basi poco sindacabili, se vi sembra che non facciano per voi, trovate qualcuno che sia più affine a voi. Trovate qualcuno che ascolti le vostre esigenze e siate onesti sulla vostra disponibilità. È inutile che diciate di avere otto ore al giorno da dedicare al cane se poi non è così, molto meglio spiegare con chiarezza quelli che sono i tempi e le disponibilità (e le esigenze) della vostra famiglia in modo che l’educatore riesca davvero a costruire un piano adatto a voi.
L’educazione del cane moderno è quasi appiattita se ci si riferisce agli obiettivi. In pratica l’obiettivo di un’educazione base ai nostri giorni è quella di avere il cosiddetto “cane buon cittadino”. Questo desiderio di pace urbana e familiare spesso non tiene conto del fatto che ogni razza abbia specifiche diverse e pulsioni intimamente legate allo scopo di origine per cui quella razza è stata selezionata. Per questo dobbiamo un buon educatore deve lavorare soprattutto sulla gestione degli istinti e delle reazioni più frequenti (e indesiderate) di una razza, senza dimenticare però che i cani non possono essere snaturati oltre misura. Con un cucciolo di Malamute sarà fondamentale lavorare sul richiamo, incanalare il predatorio nel gioco con il proprietario senza sovrastimolarlo, lavorare sulla fiducia e sullo scambio per evitare che il cane sviluppi eccessiva possessività sulle risorse come il cibo o i giochi e, se possibile, affiancarlo a cani equilibrati per limitare l’aggressività intraspecifica dell’adulto.
Moltissime famiglie hanno questo dubbio: l’educazione di base, con particolare riguardo alla condotta urbana al guinzaglio, può essere un problema o un limite nel momento in cui io voglia iniziare uno sport di traino col mio Malamute? La risposta è assolutamente no, se l’educazione di base si è costruita in modo corretto. Un cane ben educato sarà un cane che ha costruito nel suo primo anno di vita un forte legame col proprietario e dunque un cane che sarà pronto a recepire le regole di una disciplina sportiva, facendola sua come una qualunque nuova avventura con la famiglia. Per agevolare il cane nella separazione tra sport di traino e passeggiata noi suggeriamo di usare lo specifico imbrago per il traino nello sport e il collare nella semplice passeggiata in condotta, ma abbiamo esempi di cani che distinguono perfettamente i due contesti al di la dello strumento, dell’abito utilizzato e che dunque possono usare anche la pettorina ad H per passeggiare. Molto dipende da quanto il cane ha interiorizzato la differenza tra le due attività.
Per concludere voglio far presente che è molto importante che anche l’allevatore partecipi attivamente a questo percorso. In quanto conoscitore della razza può e deve consigliare la famiglia del cucciolo e in alcuni casi anche l’educatore stesso, ma il ruolo di allevatore ed educatore è differente. L’educatore deve essere presente e dedicare fisicamente del tempo al binomio cane padrone, deve mostrare e se necessario mostrare ancora fino alla totale comprensione esercizi e pratiche, deve essersi formato non solo per avere buona conoscenza del cane, ma anche per essere un buon insegnate e la dote del saper insegnare non è cosa da poco. Deve disporre di struttura idonea alla pratica e dovrebbe avere a disposizione cani equilibrati per affiancare i cuccioli e i cuccioloni che frequentano la sua scuola. Insomma allevatore e educatore sono figure complementari, che hanno molti punti in comune soprattutto (si spera) nella formazione professionale, ma che hanno ruoli diversi nella vita delle famiglie e del cane, l’ideale sarebbe che collaborassero, per fornire alle famiglie il miglior supporto possibile e al cucciolo il miglior futuro possibile.
Miriam Nurra
IL CUCCIOLO DI ALASKAN MALAMUTE E IL RUOLO DELL'EDUCATORE - I parte