Il Broholmer è un cane molto raro, con non più di 5000 soggetti presenti su tutto il pianeta. Conosciuto fin dal Medioevo veniva impiegato per la caccia al cervo nei paesi nord europei e più avanti nel tempo nelle grandi proprietà e nelle corti dei nobili danesi come cane da guardia. Ma fu solo verso la fine del 18 secolo, comunque, che iniziò la selezione vera e propria con il contributo determinate di Niels Frederik Sehested (1813-1882) conte di Broholm (guardia caccia del re), da cui prende il nome la razza, per giungere al riconoscimento ufficiale da parte FCI nel 1982. Nel 2019 sono stati festeggiati i 40 anni della ricostruzione della razza.
Sono l’orgogliosa porta bandiera Broholmeriana che ha introdotto la razza Broholmer in Italia. Allevo da 20 anni con affisso “della Stirpe di Fengur” con cui ho raggiunto traguardi ambiziosi sia in campo espositivo sia con la stretta collaborazione con il club danese di razza Broholmerselskabet per la tutela e la diffusione della razza. Non avevo mai avuto cani e curiosando su un’enciclopedia canina vidi l’immagine di un Broholmer, su così che mi feci “rapire” da quell’aspetto tanto nobile e fiero. Lo vidi per la prima volta proprio al castello di Broholm, durante un raduno mondiale nel lontano 2000, dove mi ero recata appositamente, visto che a quel tempo non vi era alcun soggetto presente in Italia.
Quel viaggio cambiò la mia vita. Sarei diventata “La signora dei Broholmer”.
Il Broholmer è un gradevole membro della famiglia e un ottimo guardiano, dotato di un grande equilibrio e salute fisica. L’aspetto, tanto quanto il comportamento, sono le componenti che attraggono già al primo impatto. Il Broholmer è un cane forte e robusto. Nonostante, infatti, sia dotato, di una struttura particolarmente imponente e accattivante sia nelle forme che nei movimenti, si manifesta sempre molto tranquillo e sicuro di se senza mai agire in modo aggressivo. Direi che qualsiasi ambiente potrebbe essere quello giusto ma è difficile pensare di possedere un Broholmer senza che questo possa essere perfettamente integrato con la famiglia. In Italia, come pure in Danimarca, non esistono i cosiddetti allevamenti classici. In Danimarca si parla di “stueopdraet” il cui significato è “allevato in salotto”. Nessuno tiene un Broholmer rinchiuso in un box o in un recinto, lui vive in casa con i proprietari e, mi ripeto, è parte integrante della famiglia.
Come la maggior parte dei molossi anche il Broholmer, comunque, non si muove più del necessario, deve però avere gli spazi adeguati per consentire lo smaltimento delle energie tipiche di un cane che può raggiungere i 60 Kg nel caso di una femmina e addirittura i 75 kg se si tratta di un maschio.
Il Broholmer è protettivo nell’alveo famigliare, includendo in esso anche la presenza di altri animali e vivendo questa situazione come “branco” di appartenenza. Con i bambini si dimostra sempre delicato e affettuoso anche se il buon senso umano e le dovute attenzioni sono il presupposto necessario per una convivenza felice e rispettosa di ogni situazione. La loro aspettativa di vita è 10/13 anni. Uno dei suoi punti di forza è proprio la salute fisica, faticosamente conquistata in 40 anni di rigida selezione. Dopo un lungo e severo iter infatti, che include test medici, morfologici e mentali, viene concessa l’autorizzazione all’accoppiamento solo ed esclusivamente a esemplari che risultino sani e tipici. Da allevatore, e ogni volta che devo affidare un cucciolo, sento sempre la grande responsabilità di incontrare le persone giuste, persone amorevoli e ben consapevoli del passo che stanno per fare soprattutto in possesso di tempo e con la pazienza necessaria per convivere con un essere che dipenderà per molti anni, proprio da loro. Poi viene l’educazione e a un Broholmer gli si può insegnare, praticamente e gradatamente, tutto ciò che un cane può imparare. Da buon molosso ha una spiccata confidenza in se stesso – soprattutto se maschio – e ha la tendenza a voler dominare: è importante fin da subito quindi che il proprietario gli faccia capire chi comanda.
Vanda Baldaccini