Canili sanitari e rifugi sono la stessa cosa? Assolutamente no, si tratta di strutture nettamente diverse che assolvono compiti differenti, ma che, nell'immaginario comune, spesso vengono confusi l'uno con l'altro. Inoltre in tale ambito vanno annoverate anche le Associazioni animali: come si collocano in queste situazioni?
Canile sanitario e canile rifugio non sono la stessa cosa. In entrambi i casi si tratta di strutture che sono destinate ad accogliere i cani randagi vaganti sul territorio. Ma qui finiscono le similarità.
Il canile sanitario, infatti, è un luogo di accoglienza istituzionale per cani. Sono creati e gestiti da Comuni o Province che pagano questi centri per occuparsi della gestione delle emergenze relative all'abbandono e al recupero dei cani. La gestione sanitaria è di competenze delle Asur. Quando un cane arriva nel canile sanitario, ecco che si devono seguire una serie di procedure:
Alcuni canili sanitari hanno due aree: quella sanitaria vera e propria, dove si attua la prima accoglienza del cane e dove dovrebbero rimanere in isolamento cani eventualmente malati, specie se affetti da malattie contagiose e quella del rifugio. Quest'ultimo è l'area di lunga permanenza, dove i cani ormai microchippati e sani vengono ospitati in attesa che qualcuno si faccia avanti per le adozioni. Le due aree devono essere debitamente separate. Ma non tutti i canili sanitari sono dotati di questa area per lunga permanenza, soprattutto quelli più vecchi. Per questo motivo, il cane, dopo essere passato dal canile sanitario, viene inviato ai cosiddetti canili rifugi.
Noti solitamente come Rifugi, qui la situazione si complica. Questi rifugi di lunga permanenza si occupano di ospitare sul periodo i cani in attesa di adozioni e promuovono attivamente le adozioni degli animali. Questi rifugi dovrebbero essere sovvenzionati in parte dai Comuni e la loro gestione talvolta viene appaltata ad Associazioni che ricevono "contributi" per gestire la struttura e il mantenimento degli animali (che tali contributi siano sufficienti o meno, è un altro discorso), mentre le cure mediche dei cani dovrebbero essere affidate all'Asur e relativi Servizi Veterinari (salvo diverse convenzioni locali). In linea teorica i volontari tesserati di queste Associazioni si occupano della gestione materiale degli animali e della struttura, tecnicamente non pagando di tasca loro.
Tuttavia in Italia questa situazione spesso cortocircuita ed ecco che i volontari si ritrovano nella condizione talvolta di dover contribuire loro stessi con i propri soldi, spesso perché il grande numero di cani ospitati è maggiore rispetto ai fondi messi a disposizione per le loro cure.
Esistono poi dei rifugi privati, talvolta gestiti da singoli proprietari, talvolta da Associazioni: in questo caso i costi di mantenimento sono tutti sulle spalle dei privati, a meno di non aver ottenuto accordi particolari coi Comuni o appalti specifici (a volte succede in quei Comuni dove non esiste un vero e proprio rifugio, ma solo strutture private).
Tutto quanto detto fino ad ora vale per i cani: per i gatti la situazione si complica ulteriormente fra colonie feline, micili, gattili, oasi feline...
In questo quadro di canili sanitari e rifugi come si collocano le Associazioni animali?
Molte Associazioni animali o onlus gestiscono di tasca propria i rifugi privati, anche se non tutte hanno una struttura fisica di accoglienza dei cani. Ogni Associazione, infatti, ha un proprio statuto e un proprio modus operandi: c'è chi gestisce una struttura fisica, cioè un rifugio o anche un'oasi felina e chi non ha una struttura fisica, ma si occupa di promuovere adozioni o effettua ricerche di cani e gatti smarriti sul territorio.
Tuttavia è anche possibile che un rifugio (in teoria non un canile sanitario) appalti a un'Associazione la gestione del rifugio stesso.